immagine da Il Messaggero

LONDRA LA CAPITALE EUROPEA INCOMPIUTA

 

Londra si è sempre proposta come un centro nevralgico per l'Unione Europea, simile al ruolo di New York per gli Stati Uniti. Entrambe le città rappresentano non solo centri economici, ma anche simboli di opportunità e diversità culturale. Londra, con la sua vivace scena finanziaria e commerciale, ha attratto talenti e investimenti da tutto il mondo, puntando a diventare il cuore pulsante dell'Europa. Questa aspirazione è stata accentuata dalla sua accessibilità, dalla multiculturalità e dalla sua infrastruttura di livello mondiale.

Analogamente, New York è vista come la porta d'accesso agli Stati Uniti, un luogo dove si incontrano culture e idee, e dove le opportunità economiche sono abbondanti. In questo senso, Londra e New York condividono una visione simile: essere poli di attrazione e innovazione in un contesto globale.

Tuttavia, con la Brexit, Londra ha dovuto affrontare sfide significative che potrebbero influenzare il suo status nel panorama europeo, mettendo in discussione la sua posizione di leadership e il suo ruolo di hub internazionale. L'uscita dall'Unione Europea ha comportato la perdita della libera circolazione delle aziende e dei professionisti, creando ostacoli per le imprese che desiderano operare in un mercato unico.

Questa decisione è stata in parte motivata dal desiderio del Regno Unito di limitare l'immigrazione, in particolare dai cittadini europei provenienti da regioni più svantaggiate. Questi flussi migratori sono stati spesso percepiti come una minaccia al mercato del lavoro nelle aree interne del Regno Unito, dove alcuni residenti li considerano "usurpatori" dei posti di lavoro.

I conservatori britannici, nel tentativo di compensare le perdite economiche derivanti dalla Brexit, hanno puntato ad aprire i loro mercati soprattutto alle ex colonie e agli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno offerto al Regno Unito accordi commerciali simili a quelli in essere con il Canada e il Messico, ma le aspettative di un'apertura commerciale più ampia non si sono concretizzate come auspicato. Nonostante l'interesse reciproco, gli Stati Uniti non hanno allentato le loro restrizioni commerciali nei confronti della Gran Bretagna, complicando ulteriormente le prospettive economiche post-Brexit.

Inoltre, dal prossimo anno, anche i cittadini dell'Unione Europea dovranno presentare una richiesta di accesso preventiva per entrare nel Regno Unito, un ulteriore passo che allontana Londra dall'Europa e riduce la facilità di movimento che caratterizzava la libera circolazione prima della Brexit.

In questo contesto, molte aziende hanno scelto di trasferirsi a Dublino, che, essendo parte dell'Unione Europea, offre vantaggi come accesso diretto al mercato unico, un ambiente normativo favorevole e un regime fiscale attrattivo. Dublino ha visto un aumento di investimenti e trasferimenti di aziende, attratte dalla sua stabilità politica ed economica e dalla presenza di un talent pool qualificato.

 

Questo spostamento ha rafforzato il ruolo di Dublino come capitale europea, sfidando la posizione di Londra e sottolineando come le dinamiche globali possano cambiare rapidamente. Il futuro di Londra e il suo confronto con città come Dublino e New York continueranno a evolversi, rendendo interessante osservare come si adatterà a queste nuove sfide e opportunità nel contesto internazionale. 

Dott. Fabio Castaldi